09/10/2007
Stage internazionale di Solferino
2° incontro INTERNAZIONALE DI KATA
21/22/23 2007 settembre - Solferino ( MN)
Org.ne : AISE ( Associazione Italiana Sport Educazione ) aise_segreteria_progetto@yahoo.it
Impressioni..... in sintesi- Moscato Luigi
Si è concluso, a mio parere, positivamente il 2° congresso di kata a Solferino. Come sempre il M° Barioli e tutto lo staff dell'AISE hanno fatto sì che tutto si svolgesse secondo il programma stabilito. Quando si dice l'efficenza lombarda, anche se supportati da infiltrati,( toscani,calabresi, siciliani, pugliesi etc), un bell'esempio d'integrazione. A parte questi preliminari mi sento di esporre, a freddo, le mie impressioni raccolte a caldo.
Lettera augurale del Presidente Ado-Uisp Franco Biavati ....... consiglio una attenta lettura del testo.
Relazione di Pierluigi Comino: le gare di kata- eccellente la sua esposizione del panorama " gara di kata" evidenziando le varie tappe e modifiche che si sono succedute in questi ultimi anni. Ad una domanda se le gare di kata sono utili al Judo Comino < risponde che se non altro contribuiranno ad allargare la pratica del kata ai più, e di fronte a questa reltà non si può chiudere gli occhi >. Secondo la mia opinione aggiun-gerei che anche io non sono contarrio alle gare di kata, sono perplesso a " come si organizzano " e con quale spirito si studia il kata, il quale dovrebbe essere dimostrato sia da Tori che da Uke. La mia impressione è che qualcuno morirà o da tori o da uke.
Relazione di Alessio Lisi : Mu-Yoshi....- interessante lezione ed espressa benissimo da Alessio su questo aspetto mentale. Ritengo però che il Mu-yoshi si possa studiare solo nel combattimento o in una situazione di vero pericolo. Ma questa è la mia opinione..
Relazione di Cesare Barioli : studio sul Ju no kata-Niente da dire sulla lezione di Barioli per quanto riguarda i contenuti se non il fatto che durante la lezione veniva proiettato il filmato di kenshiro Abbe su una sua dimostrazione e ho notato delle notevoli differenze tra questa e quella espostaalcongresso dagli esecutori .
Relazione di Stefano Maiaso: Kime e nage no kata-Una proposta di studio tra i due kata. La mia impressione è che i due kata siano troppo differenti nell'esecuzione formale, e la manifestazione d'energia espressa nel Kime no kata e nel Nage no kata sia diversa proprio perchè hanno due scopi diversi. Trovare una similitudine mi è proprio difficile.
Relazione di Ivana Gaio: Attraverso il tempo e i continenti.....- Relazione attenta, varia e meticolsa a 360°, complimenti a Ivana. La mia impressione è che si è voluto rimarcare alcune linee di pensiero a scapito di altre presentandole più semplicistiche, o molto tecniche. Da sostenere l'iniziativa proposta da Ivana con la collaborazione Aise/Ado-Uisp " Donne e sport" di prossima attuazione..
Relazione di Fulvio Aragozzini: Itsutsu no kata- : Conoscevo già l'idea del M° Aragozzini avendo avuto modo negli ultimi anni di rapportarmi alcune volte con lui. La mia impressione è che la proposta del M° Aragozzini sia più una ricerca durata molti anni fino a concretizzarsi in questa sua esposizione, la quale mi trova molto in linea anche perchè ho potuto riscontrare queste teorie in altri Maestri giapponesi con i quali sono in contatto. La mia impressione è che dell'Itsutsu si parla e si pratica molto poco, forse perchè non serve nè agli esami nè alle gare.
Intervento di Luigi Moscato-Non posso dare nessun parere sulla mia relazione, lo lascio agli altri. Posso solo dire che nonostante il tema fosse delicato, ho potuto esporre le mie considerazioni in piena tranquillità, a parte una simpatica e calorosa interruzione di due Maestri, i mitici Tempesta e Fiocchi, i quali hanno contribuito a dare una nota di colore all'esecuzione tecnica tralasciando i contenuti esposti che forse potevano essere messi in discussione. Ringrazio con il cuore Roberto Paniccià, di Porto S. Elpidio, per la sua disponibilità, facendo notare che anche se fa parte della nazionale Italiana di kata il suo studio è sempre orientato sui contenuti.
Intervento di Matilde Cavaciocchi : tra Oriente e Occidente-Coraggiosa e intelligente esposizione di Matilde, la quale, secondo la mia impressione, è in una fase di crescita personale dove, rotti i suoi cordoni ombelicali, comincia a dire la sua con serenità d'intenti libera da ogni condizionamento..
Relazioni di Andrea Diotti : Katame no Kata-ottima relazione di Diotti sull'energia " KI". Personalmente ritengo che la manifestazione del ki si possa ottenere in qualunque momento della vita, anzi tutto è ki. Il fatto poi di acquisire la capacità di esprimere il ki e indirizzarlo in una situazione prettamente tecnica la trovo limitativo, lo ritengo più utile verso l'umanità o il disagio sociale. Ma questa è una mia impresione.
Relazione di Pino Tesini : Nage e Itsutsu no kata-Non sono riuscito a comprendere questa analogia tra i due kata, anche perchè, a mio parere, il primo lancia un messaggio prettamente tecnico finalizzato a educare al randori, l'altro a superare il gesto tecnico attraverso una interpretazione oserei dire, poetica. La mia impressione è che pochi conoscono l'Itsutsu no kata nella forma pratica, forse perchè non viene richiesto, ripeto, nè per gli esami, nè per le gare. Nel 2002 il sottoscritto e Oltremari, durante una lezione con il M° Osawa, 10° dan, probabilmente riuscì a trasmetterci quel" qualcosa" , cosa esattamente non saprei esporlo, so solo che arrivammo alla fine della lezione ed eravamo esausti, sfiniti ma stranamente,vuoti. In conclusione consiglio una buona pratica senza " pensare" troppo. Ma questa è una mia opinione.
Relazione di Alfredo Vismara: Kito Ryu e koshiki no kata-Niente da eccepire sulle note storiografiche della scuola di Kito Ryu. E' storia. Mi domando, e appena potrò chiederò di persona, perchè si voglia sminuire i maestri del kodokan lanciando messaggi di complotti e di conoscenza insufficente da parte di quest'ultimi verso questo kata. Non è mia intenzione polemizzare, ma prima di dire che al kodokan non ci sono esperti, o peggio praticanti di koshiki, invito tutti ad andare al kodokan direttamente e provate con mano, come hanno fatto alcuni in questi anni, e lasciamo ai creduloni che la verità, o la sapienza, esista solo in casa propria. Ma dò un consiglio a chi pensa di andare al kodokan e trovare tutte le risposte, non vi illudete, non funziona così, e se qualcuno vi dice che il kodokan vende i diplomi,( può darsi che nel dopo-guerra sia anche successo, ma chi è senza peccato...) sappiate che al registro degli alti gradi ( 6° dan in poi ) non c'è nessun italiano, e vi assicuro che la prassi non funziona come viene erroneamente divulgata.
Concludo sperando che chi legge queste impressioni le prenda con lo spirito giusto : ognuno di noi segue un percorso, decide di cambiarlo, neintraprende un altro, quersto è un processo che è stato esposto nellarelazione della Proff. Stefania Bandini : SHU HA RI modello per la trasmissione della conoscenza. Una lezione veramente interessante per ampliare la consapevolezza degli insegnanti, i quali, per fortuna non tutti, preferiscono far morire l'allievo piuttosto che aiutarlo a crescere e permettere che sia lui ad uccidere ( metaforicamente) il maestro e diventarlo, se vuole, a sua volta. Bellissima lezione della Proff.ssa Bandini alla quale mi sono permesso di farle dono di un libro" la Meditazione come metodologia formativa " di Fabio Vignoli M.I.R. Edizioni, buddista, judoka e assistente alla cattedra di Firenze alla facoltà di Scienza della Formazione. Mi sento di ringraziare il M° Fiocchi per i suoi consigli e invito i judoka del veneto a condividere il suo grande patrimonio judoistico.
Luigi Moscato