Opinioni

27/07/2017

coerenza o ipocrisia?i principi del judo nel tempo

 

Nota : intervento alla conferenza svoltasi a Prato il 1 ottobre 2016.
Relatori : M° Tempesta - M° Vismara - M° Moscato - M° Cavaciocchi - Prof. Tribuzio

L'ambizione di ogni judoka dovrebbe essere quella di esprimere ottimamente le tecniche di attacco e difesa seguendo i principi del miglior impiego dell'energia in un clima di mutua collaborazione. Chi non vorrebbe percorrere questa strada? Presumo che tutti coloro che vi si avvicinano cercano una disciplina che li renda più forti fisicamente e rafforzi il loro carattere. Chi pensa che non siano questo i motivi? Credo nessuno. Ma forse non è proprio così.

Quando il giovane Kano si avvicinò alle scuole di Ju Jutsu lo fece per diventare più capace di affrontare i prepotenti, e non per diventare più saggio o più erudito. Allora perché ebbe l'esigenza di creare una nuova Scuola? Poteva continuare presso una di quelle da cui aveva ricevuto i Densho e ereditarne la conduzione. Non lo fece e si azzardò nell'avventura che tutti conosciamo. E' anche falso, come molti affermano, che le Scuole di Ju Jutsu fossero in decadenza, lo erano solo alcuni insegnanti come lo sono invece anche ora i molti insegnanti nei quali il Judo di kano si intravede a mala pena.

Kano non era un arrogante, ma capì che il Giappone stava perdendo la sua identità guerriera, e si sentì responsabile di mantenerne viva la cultura. Forse un po' arrogante lo era. Kano non era presuntuoso, ma con le sue intuizioni obbligò i suoi Maestri a riconoscergli questi meriti, se li conquistò, ma altri praticanti bravi esistevano. Forse Kano un po' presuntuoso lo era, a detta dei vecchi Maestri di Ju Justu, perchè fondare una nuova Scuola a 22 anni risultò pretestuoso a molti. Non voglio sminuire Kano, sia ben chiaro,ma solo ricordare come è nata questa nuova proposta, per evidenziarne i valori fondanti e rapportarli ai nostri tempi.

Kano era uno studioso a tutto tondo, sia delle nuove materie che stavano sviluppandosi in Giappone con l'apertura all'occidente, sia dei testi confuciani e quindi della vecchia cultura. Si rese conto che l'occidente offriva dei valori, il Giappone ne offriva altri, e lì che ebbe la grande intuizione: inserire la cultura orientale in una disciplina che potesse essere compresa anche dall'occidente. Kano visse in un' epoca intrisa di umanesimo, suoi contemporanei furono il Barone De Coubertin, ideatore dei moderni giochi olimpici , il generale Baden Powel ideatore dei Boy Scout, e tanti altri che si rifacevano ai valori dell'Illuminismo che conosciamo. Per cui i valori li conosciamo tutti,partecipazione, condivisione, convivenza, tolleranza, fratellanza, solidarietàche sono propri sia delle Istituzioni sopra descritte, che del Judo. Ho voluto paragonare i momenti storici del Judo e quelli di altre grandi realtà, e i valori condivisi, valori non sono caduti di moda, se ne parla ancora, molti Insegnanti, Educatori, Sociologi e quant'altro, ne diffondono lo spirito con dedizione e sincerità, ma....... c'è un ma! La situazione odierna, nonostante si sia allargata la conoscenza e quindi ci siano più praticanti, parlando di judoisti, consapevoli di questi valori, si è talmente degradata che molti insegnanti hanno preso le distanze da quello che noi chiameremo per comodità Judo Sport, e quindi il modello olimpico. Il degrado è sotto gli occhi di tutti, Internet è un palcoscenico palese, utile per certi aspetti culturali, dannoso per altri. LaPartecipazione alle competizioni internazionali è riservata non sempre ai più bravi, ma a chi può affrontare economicamente le spese rese obbligatorie da regole assurde. LaCondivisioneè condizionata dalle leggi di mercato e non dal solo piacere dello scambio. LaConvivenza sta diradandosi e abbiamo sotto gli occhi moltissime situazioni di sofferta frammentazione tra i judoisti. LaTolleranzaè sempre meno visibile e si lega molto alla convenienza, è sempre più difficile accettare allievi che provengono da altre “parrocchie”, scusate il termine. LaFratellanza non è solo un valore del Judo ma lo è dell'Umanità, ciò nonostante facilmente riusciamo a parlare male di quello o dell'altro non considerando che da soli si va poco lontano. LaSolidarietàè sempre più rara, ognuno pensa al proprio orticello non considerando che se qualcuno sta male il suo disagio è parte di te. Gli istruttori attuali, forse sarebbe meglio chiamarli così e non Maestri, si limitano ad allenare senza judogi, senza tatami, con l'ausilio di attrezzature futuristiche, perseguendo metodi che non mettono al centro la realizzazione di una tecnica ma solo un risultato ottimale in una situazione, quindi solo efficacia, tralasciando tutto ciò ciò che il Judo offre :Educazione, Cultura e Sport, assioma coniato dal M° Barioli. Mi dispiace se posso sembrato deluso o allarmistico, in parte è vero, ma nello stesso tempo vorrei lanciare un messaggio di autocritica: smettere di parlare ogni volta di grandi valori e limitarsi alle piccole azioni quotidiane, agendo secondo coscienza, e solo ogni tanto alzare gli occhi ai grandi valori, perché da come stiamo agendo lasceremo ben poco, molto ma molto meno di quello che Kano ci ha lasciato, nonostante la grande diffusione mondiale del suo Kodokan Judo. Aggiungerei,l'ipocrisia come aspetto che domina attualmente il nostro mondo; parlare bene e razzolare male sembra dominare la nostra epoca. Una mitica Maestra di Judo Keiko Fukuda, morta a quasi 100 anni d'età, amava definire il Judo con queste considerazioni :FORTE-BELLO-GENTILE. Come insegnanti occorre riappropriarsi di queste indicazioni e far si che il Judo del futuro le persegua. Solo così potremo essere in pace con la nostra coscienza e sentirsi parte di un'Ideale. Finisco consigliando l'ascolto di una canzone di Giorgio Gaber “ l'Appartenenza “.

 

Gigi Moscato 1 ottobre 2016

Gigi Moscato